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Guida al servizio della Donna per comprendere le infezioni da Chlamydia trachomatis

La clamidia è una delle più comuni Infezioni sessualmente trasmesse (Ist), causata da un batterio intracellulare obbligato, la Chlamydia trachomatis. Le manifestazioni cliniche sono spesso molto lievi, tanto da non essere riconosciute dalle persone che hanno acquisito l’infezione, mentre le conseguenze a carico dell’apparato riproduttivo, specie femminile, possono essere molto gravi. In particolare, l’1-30% delle donne con infezione da clamidia non trattata può sviluppare la malattia infiammatoria pelvica (Mip) che a sua volta può portare, nel 10-20% dei casi, a sterilità.

Tra gli uomini, il danno permanente sembra meno frequente, anche se alcuni studi segnalano una possibile correlazione tra l’infezione da clamidia e la sterilità maschile. Si stima che circa il 70-80% delle donne e il 50% degli uomini siano asintomatici. La clamidia si trasmette attraverso qualsiasi tipo di rapporto sessuale (vaginale, anale e orale). Una donna in gravidanza soggetta ad un’infezione può, durante il parto, trasmettere al nascituro l’infezione provocando in questo una congiuntivite (30-50% dei casi) e/o una polmonite (10-20%) neonatali. Le manifestazioni cliniche, quando rilevabili, compaiono dopo 1-3 settimane dall’infezione.

Nelle donne, la manifestazione clinica principale è la cervicite che può causare secrezioni mucose filanti, sanguinamento, una sensazione di irritazione, e talvolta l’uretrite, con piuria e disuria. Negli uomini, l’infezione da clamidia può dar luogo a uretrite con secrezioni o sensazione di irritazione e prurito. Occasionalmente si possono presentare infiammazione, ingrossamento e dolore ai testicoli (epididimite).

Se non trattata, l’infezione da clamidia può progredire causando serie complicanze. Nelle donne, l’infezione può diffondersi dalla cervice al tratto riproduttivo superiore (utero, tube di Falloppio, peritoneo pelvico) causando la Mip che comprende una serie di quadri clinici differenti, quali l’endometrite, la parametrite, la salpingite, la ooforite, la peritonite pelvica e l’ascesso pelvico, che possono comportare dolore pelvico cronico, occlusione tubarica, sterilità, nonché rischio di gravidanza extrauterina e parto prematuro.

Inoltre, nelle donne in gravidanza l’infezione da clamidia può essere trasmessa al nascituro al momento del parto e il bambino può sviluppare una congiuntivite o una polmonite. Negli uomini, l’infezione da clamidia può raggiungere i testicoli causando dolore e febbre e più raramente sterilità. Inoltre, le persone affette da clamidia hanno una probabilità maggiore, rispetto a chi non ha la clamidia, di trasmettere/acquisire l’Hiv.

Diagnosi

L’infezione da clamidia viene diagnosticata attraverso test di laboratorio molecolari, basati sull’amplificazione degli acidi nucleici (Naat) che, attualmente, grazie alla loro elevata sensibilità (>95%) e specificità (98%) sono considerati i test di riferimento per la diagnosi di infezione da clamidia. Questi test permettono di ricercare la clamidia sia in tamponi endocervicali e/o uretrali, che in tamponi vaginali, rettali, orali o in campioni di urine. In caso di positività al test per clamidia, è necessario che anche tutti i partner sessuali vengano testati per la ricerca di questa infezione. In caso di positività per clamidia, è raccomandato alla donna o all’uomo e al/ai partner il test sierologico per Hiv e la ricerca di altre Ist.

Quando Fare il Test?

Viene raccomandato uno screening annuale per tutte le donne sessualmente attive sotto i 25 anni di età, o per le donne di età superiore a rischio di contrarre malattie sessualmente trasmissibili (per il cambio frequente di partner sessuali) o in stato di gravidanza. Per gli uomini con rapporti omosessuali, viene raccomandato uno screening annuale.

Che Tipo di Campione Viene Richiesto?

Per le donne, un campione ottenuto tramite tampone vaginale o per raccolta delle secrezioni vaginali; per gli uomini e le donne, il primo getto di urina; talvolta un tampone di cellule o secrezioni provenienti da aree non genitali potenzialmente infette.

Il Test Richiede una preparazione?

Per non influenzare il risultato del test possono essere fornite indicazioni riguardo l’eventuale sospensione dell’utilizzo di antibiotici o, per le donne, lavaggi o creme vaginali, nelle 24 ore precedenti l’esecuzione del test. La presenza delle mestruazioni non influenza il test. Per le urine, può essere richiesto di raccogliere il campione non prima di 1-2 ore dall’ultima minzione. È importante seguire tutte le istruzioni fornite.

Come viene raccolto il campione per il test?

Per le donne, il tampone vaginale è il campione di elezione per l’esecuzione del test per la rilevazione dell’infezione da Clamidia.  Il clinico può utilizzare un tampone o raschiare una piccola quantità di cellule durante l’esame pelvico. Talvolta il campione vaginale viene raccolto direttamente dalla paziente. Per gli uomini viene raccomandata l’esecuzione del test su un campione di urine, ma questo può essere raccolto anche per le donne. Per questo esame deve essere raccolto il primo getto di urine all’interno di un contenitore sterile. Talvolta il clinico può utilizzare un tampone anche per la raccolta di campioni in sedi diverse, come il pene, l’ano o la bocca.

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