L’analisi dell’albumina permette di ottenere informazioni relative alla funzionalità renale ed epatica. L'albumina è la più abbondante e importante proteina presente nel plasma. L'albumina deve il suo nome all'albume d'uovo, dal quale la proteina fu isolata per la prima volta. Una volta sintetizzata dalle cellule epatiche (epatociti), l'albumina viene riversata nel torrente circolatorio, soprattutto nei liquidi interstiziali e nel plasma, dove rappresenta, da sola, circa la metà delle proteine circolanti (55-65% della protidemia totale).
La concentrazione dell'albumina nel sangue è un indicatore dello stato nutrizionale del soggetto (in particolare nei pazienti ospedalizzati) e della funzione renale o epatica. Inoltre, questo parametro può essere indicativo di vari disordini e patologie. L’albumina, sintetizzata dal fegato, è la proteina più presente nel plasma. Le sue principali funzioni sono:
- trasportare i metaboliti (come acidi grassi liberi, ormoni tiroidei, bilirubina)
- mantenere la pressione oncotica (crelativa alla distribuzione dei liquidi nei tessuti e nei capillari)
- essere utilizzata come riserva di aminoacidi.
L’esame dell’albumina si effettua attraverso un prelievo di sangue da una vena del braccio. In genere l’esame dell’albumina viene eseguito di mattina. Su indicazione del medico può essere richiesto un digiuno di almeno otto ore da parte del paziente.
Quando viene prescritto l'esame?
L'albumina è di norma inclusa nei pannelli di esami di controllo, quindi è frequentemente usata nella valutazione dello stato di salute di una persona. Il medico può prescrivere l'esame in presenza di alcuni sintomi:
- Dimagrimento senza motivo apparente;
- Affaticamento;
- Ittero (colore giallastro della pelle);
- Edemi (gonfiori);
- Gonfiore intorno agli occhi, alla pancia o alle gambe (sintomi della sindrome nefrosica).