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Quando fare il test del PCA3

Il test del PCA3 viene utilizzato nel caso in cui, in seguito al riscontro di un risultato negativo all'esame bioptico in un uomo di età superiore ai 50 anni e con PSA elevato e/o anomalie all'esame digito-rettale, il clinico voglia acquisire maggiori elementi per la scelta di eseguire o meno ulteriori biopsie prostatiche.

Quando viene prescritto?
Il test può essere richiesto nel caso in cui un uomo con livelli elevati di PSA e/o anomalie all'esame digito-rettale, sia risultato negativo a uno o più esami eseguiti con la biopsia di tessuto prostatico. Lo scopo è fornire informazioni al clinico circa la possibilità che un secondo esame eseguito su un nuovo campione bioptico, sia positivo.

Perché Fare il Test?
Come sostegno alla valutazione della necessità di eseguire una biopsia per la diagnosi di carcinoma prostatico.

Quando Fare il Test?
Nel caso in cui il clinico stia considerando l'ipotesi di ripetere una biopsia prostatica in un uomo di più di 50 anni con una o più biopsie precedenti negative.

Che Tipo di Campione viene richiesto?
Il primo getto di urina raccolta dopo l'esecuzione di un esame digito-rettale.

Il Test Richiede una Preparazione?
No, nessuna.

L'Esame
Il test dell'antigene 3 del carcinoma prostatico (PCA3; prostate cancer antigen 3) rileva il materiale genetico (RNA messaggero; mRNA) prodotto solo dalle cellule della prostata. La proteina PCA3 e l'mRNA corrispondente ad essa, vengono prodotti in quantità minime solo dal tessuto prostatico normale. In circa il 90% dei tumori della prostata, la proteina PCA3 è over-espressa, ossia il suo mRNA e quindi la proteina stessa, sono prodotti in quantità eccessive. A differenza del PCA3, la produzione di PSA aumenta in caso di tumore della prostata ma anche in caso di moltissime altre patologie benigne o condizioni fisiologiche.

Questo test misura l'mRNA del PCA3 e l'mRNA del PSA in un campione del primo detto di urina raccolto dopo l'esecuzione dell'esame digito-rettale. Il referto di laboratorio riporta il rapporto tra PCA3 mRNA e PSA mRNA, fornendo quello che viene chiamato PCA3 score.

Il tumore prostatico corrisponde alla crescita incontrollata delle cellule della prostata, una piccola ghiandola che circonda l'uretra nell'uomo.  L'aumento del PSA nel sangue, può indicare la presenza di un tumore prostatico ma anche di molteplici altre patologie benigne come l'iperplasia prostatica benigna, la prostatite o altre condizioni cliniche temporanee.

La diagnosi di tumore prostatico richiede l'esecuzione di una biopsia con lo scopo di identificare le cellule cancerose tramite l'analisi del tessuto prostatico prelevato al microscopio. La biopsia viene in genere effettuata in seguito al riscontro di anomalie nei livelli di PSA e/o all'esame digito-rettale. L'accuratezza della biopsia dipende dal numero di campioni di tessuto raccolti e dal sito del prelievo. Il prelievo bioptico prevede la raccolta di piccoli campioni di tessuto e il PSA non è specifico per il cancro; per questo motivo spesso la prima analisi del tessuto bioptico è negativa.

Il riscontro di un risultato negativo alla biopsia prostatica non consente di escludere con un buon grado di sicurezza che il tumore sia effettivamente presente. La preoccupazione di una sottodiagnosi induce spesso il clinico a richiedere ulteriori biopsie, in maniera particolare in persone nelle quali i livelli di PSA permangono stabilmente elevati. La procedura legata al prelievo del campione bioptico non è tuttavia priva di rischi che vanno dal dolore alla presenza di sangue nelle urine (ematuria) o nel liquido seminale, sanguinamento rettale, difficoltà nella minzione, infezioni e, raramente, setticemia. Per questo motivo il numero di biopsie dovrebbe essere ridotto al minimo.

Il test del PCA3 potrebbe consentire di avere maggiori informazioni circa la reale necessità di eseguire ulteriori prelievi bioptici. Il PCA3 è significativamente over-espresso nel tumore prostatico ma, diversamente dal PSA, non è influenzato dalla prostatite o dall'iperplasia prostatica benigna.


 

 

 

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